Quel Fabio Izzo – il blog

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Archivio tag: veltroni

Posted on Settembre 17, 2012 by fabio

Non penso che Renzi volesse fare un complimento a Veltroni quando ha detto che è meglio da romanziere

Pubblicato in appunti | Taggato penso, renzi, veltroni | Lascia un commento |
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oibafozzi

Sta andando tutto bene Sta andando tutto bene
"Certo che ti farò del male. Certo che me ne far "Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza…"
"Questo giovane è malato So io come va curato Ha "Questo giovane è malato
So io come va curato
Ha già troppo contagiato
Deve essere isolato"
Dotti, medici e sapienti
Edoardo Bennato
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Questo t Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Questo titolo di una raccolta di Carver mi é rimasto in mente...ci penso spesso. Dicevo è pensavo che l' amore é dare, semplicemente dare, prendere é egoismo
Fa' 'nu tiro tu, je nun m' fir' Nun ce pozzo mai p Fa' 'nu tiro tu, je nun m' fir'
Nun ce pozzo mai penzá a 'stu fatt' tu nun m' crir'

Nove maggio m'hê scurdat'
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I know it's more comforting to believe in plots, b I know it's more comforting to believe in plots, because if Kennedy could be killed that easily, by one sicko, what hope is there for the rest of us?
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Come dice Paolo Enrico Archetti Maestri : "Domani Come dice Paolo Enrico Archetti Maestri : "Domani sarà bellissimo "L'amore al tempo del disorientamento", con la a chitarra meravigliosa di Paolo Bonfanti, le canzoni contro la guerra che ha scelto per noi , il basso - super! - di Nicola, le storie e i racconti di Ivano, Valerio e miei. E poi l'esposizione permanente della Fondazioneluigilongo, oggi ancora più ricca di bellezza e memoria. E, di questi tempi non è poca cosa, l'ingresso libero, ma libero veramente. Vi aspettiamo!"
Il Cristianesimo è Arte e non soldi. I Soldi sono Il Cristianesimo è Arte e non soldi. I Soldi sono la sua Maledizione. W. Blake
FURONO TUTTI RESPINTI. Adoro i post dove si annunc FURONO TUTTI RESPINTI. Adoro i post dove si annunciano i propri impegni e non ne faccio spesso ultimamente perché sono molto impegnato, tipo oggi, lunedì mi trovate in coda alle poste, per uffici, a pagare bollette, da martedì mi trovate a lavoro, al bar con Ciccio a fare colazione e qualche volta a fare la spesa. Poi il venerdì sera mi trasformo, tipo Batman (scherzo) e mi trovate qui a parlare dell''amore al tempo del disorientamento. Leggerò qualche inedito e cercherò di scaldare qualche cuore.
Grazie a Paolo ed Eugenio
P.S. Onoratissimo di "aprire" gli ottimi Paolo Bonfanti e Nicola Bruno.
Voglio 'o mare, 'e quatto 'a notte miezzo 'o pane Voglio 'o mare,
'e quatto 'a notte miezzo 'o pane
e si cadesse 'o munne sano,
je nun me sposto
e resto 'a sotto a mo' guardà.
Cartoline da Mele Cartoline da Mele
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"Lavorare stanca" di Cesare Pavese Traversare una "Lavorare stanca" di Cesare Pavese
Traversare una strada per scappare di casa
lo fa solo un ragazzo, ma quest’uomo che gira
tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo
e non scappa di casa.
Ci sono d’estate
pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese
sotto il sole che sta per calare, e quest’uomo, che giunge
per un viale d’inutili piante, si ferma.
Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
Solamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c’è lo sbronzo notturno che attacca discorsi
e racconta i progetti di tutta la vita.
Non è certo attendendo nella piazza deserta
che s’incontra qualcuno, ma chi gira le strade
si sofferma ogni tanto. Se fossero in due,
anche andando per strada, la casa sarebbe
dove c’è quella donna e varrebbe la pena.
Nella notte la piazza ritorna deserta
e quest’uomo, che passa, non vede le case
tra le inutili luci, non leva più gli occhi:
sente solo il selciato, che han fatto altri uomini
dalle mani indurite, come sono le sue.
Non è giusto restare sulla piazza deserta.
Ci sarà certamente quella donna per strada
che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa
Era il 1995 il Primo Maggio poteva essere un ponte Era il 1995 il Primo Maggio poteva essere un ponte, si studiava alle superiori, si pensava di andare a Roma ma alla fine si stava a fare un giro in Corso Italia, un gelato, uno dei primi della stagione, se non addirittura il primo, perché di soldi, di palanche, da studenti squattrinati non ne avevamo. Ad Acqui si usa un'espressione bellissima, non avere una lira da passare il Bormida, perché una volta si doveva pagare, per essere traghettati da una sponda all'altra e noi, no, nemmeno quello potevamo permetterci così il Primo Maggio diventava il concertone in televisione, birra, coca cola con Ciccio, a credere che un domani migliore potesse essere davvero vero, come ci veniva detto da quel palco.

Il lavoro c'è e ti fregano e allora ti tocca fare...
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Il mondo immaginato da Philip K. Dick oggi è una Il mondo immaginato da Philip K. Dick oggi è una realtà: il pianeta è mercificato, il comportamento è disumanizzato, la pubblicità è onnipresente, le società sono controllate e i media giocano un ruolo determinante nella creazione del consenso. Le sue principali ossessioni: l'essere umano e il suo doppio, la società controllata e che cos'è la realtà. L'opera di Dick ha anticipato il nostro presente: con 45 romanzi e 120 racconti, ha previsto molti dei temi che ossessionano la vita moderna, compresi i mondi virtuali, le società totalitarie, le tecnologie che ci schiavizzano.
– Tornaci. Se te la senti, tornaci. Ma sappi che – Tornaci. Se te la senti, tornaci. Ma sappi che ogni vol­ta passeranno con camion e mitra­glie e cani per quelle colline dove tu sarai, io mi sentirò morire. Ora vai.
Abbraccio mia madre, non stretta, che non senta col petto la pistola che mi sforma una tasca. Scendo nel prestino, lo traverso. Alla porta il fornaio di Bellonuovo mi mette la mano nella mano e in tasca un cotechino incartato. Gli sono grato che non mi parla di rifletterci bene, pesto i piedi per aggiustarli negli scarponi, e vado. E ‘già buio e molto freddo. Non c’è luna, ma spunterà? Risalgo la provinciale Alba-Acqui per un duecento metri, taglio in un prato in salita e sono sulla stradina di S.Rocco. Lì stacco il mio bel passo da campagna; paiono viaggia­re con me le colline alla mia destra, che guardano la mia piccola città tenuta da loro. Ci vive la ragazza di cui sono, sarò sempre innamorato. Se ora almeno non fossi innamorato, o se piuttosto quella bellissima mi desse speranze. A non voler staccare gli occhi da quel­le colline, mi trovo con un piede sul vuoto del fossato. Mi riporto in metà della strada con uno scossone. Ma
l’amore si fa ripensare. Se m’ammazzano, posso spe­rare che lei senta qualcosa rompersi dentro e venga su per le colline a cercarmi tra amici e nemici, ululan­do come una lupa? Mi ritroverà lungo, lunghissimo sopra la neve e mi bacerà tra sangue e gelo. [ ..]
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