“Buio” di Anna Kańtoch è un racconto sicuramente straordinario che sfida le convenzioni narrative e affronta temi complessi di identità, tempo e realtà. La voce narrante, in maniera piuttost ambigua, svela in maniera graduale la sua vera identità, suggerendo la possibilità che non si tratti di un essere umano ma… infatti non mancano intrighi alieni e linee temporali misteriose.
La trama ruota attorno alla relazione tra la voce narrante e Jadwiga Rathe, rendendola allo stesso tempo centrale alla vicenda e affascinante.
“Czarne” (questo il titolo originale) è un romanzo complesso che affronta temi identitari, temporali e di realtà parallele attraverso un’attenta alchimia di diversi generi letterari.
Il romanzo riesce a offrire una prospettiva fresca e originale su temi classici del genere. “Buio” è un libro intrigante che potrebbe richiedere più di una lettura per coglierne appieno la complessità e i significati nascosti. È una lettura che sfida il lettore a esplorare i confini della realtà e dell’identità in un mondo che rimane sospeso tra sogno e realtà.
Infatti, almeno inizialmente, in una prima lettura, il lettore potrebbe credere che i “ricordi” coincidano con gli eventi nella storia “presente”. Ma non sempre è così…
La prosa di Kańtoch è coinvolgente e ricca di simbolismo, utile a creare un’atmosfera surreale e onirica. Il romanzo mescola elementi di onirismo, realismo magico, romanzo femminile, romanzo dell’orrore e giallo strano, offrendo una prospettiva unica e fresca su temi classici di fantascienza presentati sotto una diversa prospettiva filtrata dal prisma dei classici della fantascienza polacca.
A dirla tutta, il luogo dell’azione potrebbe non essere la Polonia, ma una terra speculare che riflette quasi perfettamente le terre polacche della fine delle spartizioni tra le due guerre. Questa Polonia oscura vive come sospesa nel vuoto: “non c’è nessuno all’estero”, “né la Germania né Hitler esistono nel nostro mondo”, sebbene i suoi abitanti siano naturalmente convinti che esista il resto del mondo.
“Buio” è focalizzato in una tenuta estiva, il punto centrale della Polonia alternativa ed è, allo stesso tempo, la città natale del personaggio principale e oggetto dell’interesse di un gruppo che sospetta che qualcosa non stia andando come dovrebbe in questa strana realtà dove il tempo non scorre in modo lineare. Sembra infatti che tutti i cambiamenti passino attraverso un “cordone ombelicale invisibile” dalla Polonia reale, ma localmente sono stati piazzati dei trasmettitori che lo accelerano.
Nel romanzo si trovano tre date specifiche: 1893, 1914 e 1935: la prima appare direttamente accanto al necrologio di Jadwiga come anno della sua morte, implicitamente – la sua prima morte. La seconda può essere presunta quando si menzionano gli avvenimenti di Sarajevo, cioè l’assassinio dell’arciduca Francesco, che aprì la prima guerra mondiale. La terza data viene in mente quando si descrive il funerale del maresciallo Piłsudski. Questo ciclo di circa vent’anni non è casuale; sappiamo che la differenza d’età tra chi narra e Jadwiga Rathe è di circa vent’anni.
C’è poi una diversa percezione del tempo, sappiamo che la protagonista, oltre ad avere alcuni vuoti di memoria, conserva degli strani ricordi come ad esempio la nascita del fratello minore e il Capodanno del 1900. Un altro esempio è il padre della narratrice, o almeno una delle sue versioni, che emerge dalla non-esistenza in tempi che sono suoi per adattarsi istintivamente ad essi.
Il finale del libro offre suggerimenti sulla vera identità della voce narrante, ma non è una vera e propria fine, visto che la storia vive di un tempo tutto suo, un loop ellittico e può quindi essere visto come un punto di partenza per una rilettura che farà risaltare diversi aspetti apparentemente secondari durante la prima. Questa storia stessa è un doppelganger che finge quasi perfettamente di essere quel che non è.
In conclusione, “Buio” è un romanzo affascinante che esige molteplici letture per coglierne appieno la complessità e i significati nascosti. Kańtoch offre una visione unica e originale dei temi di identità, tempo e realtà. Se siete disposti a esplorare le frontiere della narrativa di fantascienza e a immergervi in un mondo sospeso tra sogno e realtà, “Buio” potrebbe essere un’ottima scelta. Tuttavia, aspettatevi di rimanere con molte domande senza risposta e di essere sfidati a cercare interpretazioni più profonde.
L’autrice
Anna Kańtoch, classe 1976, si è laureata in lingua e letteratura araba presso l’Università di Cracovia. Membro del gruppo letterario Harda Horda, è considerata una delle voci più interessanti della letteratura polacca contemporanea e ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Ha pubblicato numerosi romanzi e racconti. Buio ha vinto il prestigioso premio Żuławski.
Collana Cielo stellato
Traduzione Francesco Annicchiarico
Pagine 192
Prezzo 16,00 euro
Isbn 9788832278118
Uscita 29 ottobre 202