Pochi di voi ricordavano prima di oggi Carmelo Imbriani, ex allenatore in quel di Benevento e nipote di un famoso politico campano.
Imbriani è l’esempio perfetto del calciatore modello tipo Andy Warhol. Il predestinato di Benevento era un prodotto delle giovanili partenopee che si trovò al momento giusto e al posto giusto, anche se solo per un breve periodo e sul campo da gioco perchè la vita, alla fine, gli ha riservato poco altro visto che è scomparso oggi, venerdì 15 febbraio 2013, a 37 anni dopo una lunga malattia.
Il Napoli di Imbriani era una società in crisi economica che decise di lanciare giovani e/o di tentare acquisti low cost come ad esempio l’avvocato, motorino di centrocampo, Fabio Pecchia. Fu così che Imbriani si ritrovò a giocare in prima squadra, da attaccante titolare. Il suo inizio di stagione fu prolifico tanto che il Napoli, inaspettatamente si ritrovò nelle prime posizioni in classifica, in vetta alla Serie A per tre minuti, secondo statistiche fino all’importante scontro di Torino, dove andava ad affrontare l’avversario di sempre: la Juventus.
Ricordo che quella domenica la dovetti trascorrere con il vestito della festa, cosa che odio fare tuttora, non sono un tipo da cerimonia e odio tutte le ingessature sociali, ma all’epoca mi toccava perché era la comunione di un qualche mio cugino. Non ero riuscito a defilarmi, nonostante tutti i miei numerosi tentativi, e fui costretto a partecipare al pranzo, ma la mia mente no. La mia mente era lassù in classifica, in cima alla serie A, lo ricordo come fosse ieri.
Il Napoli, così alto in classifica, non lo si vedeva da anni e si giocava il tutto per tutto in un prematuro scontro con la Juventus, affidando il peso del suo attacco a un lungagnone campano di belle speranze, un masaniello calcisticamente improvvisato che, forte della sua esuberanza giovanile, tentò il colpaccio. Era l’anno 1995 la maglia da trasferta era gialla, colore troppo anarchico anche per il Napoli, e al tocco morbido da sotto di Pecchia aveva risposto Gianluca Vialli.
Sul risultato di parità arrivò per Carmelo Imbriani l’appuntamento con il destino rappresentato da un cross da destra verso la porta bianconera difesa da Angelo Tyson Peruzzi. Beffardo Imbriani non ci pensò due volte e invece di sparacchiare una semplice palla in rete arzicocolò un colpo di tacco tra le braccia del portiere della nazionale. Così con quel pallone rilanciato lentamente dal portiere romano finirono i 15 minuti di gloria del James Dean partenopeo bruciatosi troppo in fretta.
Ricordo poi che il giorno seguente, a scuola, un mio compagno, ora in divisa, fu solidale con me perché tifoso del Torino, rimarcò a modo suo l’episodio.
– Meritavate di vincere.
– Già.
– Visto che ha fatto Imbriani?
– Sì, se solo avesse segnato…
Il nostro breve dialogo si concluse con questa affermazione
– Imbriani, peccato che ha i piedi nani.
…penso che non ci sia davvero bisogno di aggiungere altro…
Ciao Carmelo