Nella continuity ufficiale del multiverso Dc i super eroi vennero messi sotto scacco da Hitler che, grazie al potere della Lancia di Longino, impediva a Superman e company di sbarcare in Europa.
Questa è la spiegazione ufficiale che la Distinta Concorrenza diede in merito, così se Capita America poteva dinamicamente balzare tra una trincea e l’altra, Superman no. So che tutto ciò sembra un ragionamento tra i due commessi di Clerks, ma se ci fermiamo un attimo a pensare, l’ultimo Kryptoniano avrebbe tranquillamente potuto fermare la guerra da solo, almeno nei fumetti, ma la magia, assieme alla kyrptonite è un suo tallone d’Achille.
Risulta inoltre interessante approfondire il tema della Lancia del Destino, fondamentale anche per l’universo Dc cinematico, vista la sua importanza nella pellicola dedicata a Constantine, che intreccia la sua storia con la città di Cracovia.
Secondo tradizione, la lancia del Destino, altresì conosciuta come la lancia di Longino, è la lancia che l’omonimo centurione romano avrebbe usato per ferire il costato di Cristo. Una volta intrisa del sangue divino l’arma avrebbe acquisito poteri sovrannaturali. Lo stesso Hitler, in realtà, era molto interessato a questo genere di artefatti e dedicò anni e uomini alle ricerche esoteriche, tanto che la Chiesa durante la IIGM decise di nascondere la Sacra Sindone nel santuario di Montervergine, nell’entro terra irpino, per proteggere la reliquia dall’interesse nazista.
La lancia di Longino, secondo tradizione, si troverebbe a Lanciano, città che prende, per l’appunto, il proprio nome dal centurione romano. Una sua copia si trova invece al museo del Wawel di Cracovia.
Può essere bastata questa presenza a tenere lontano l’Uomo d’Acciaio e i suo compagni dalla PRL?
Superman eroe proibito della Prl
La condizione dei fumetti nella Repubblica popolare polacca fu decisamente paradossale. La forma narrativa, ma la definizione stessa del genere, vennero equiparati dalle autorità comuniste alla cultura consumistica e capitalista occidentale. Dopo una prima opposizione ideologica le autorità della Repubblica popolare polacca cominciano a usare la nona arte e i suoi prodotti come propaganda utile per raggiungere i propri scopi. La propaganda fu l’obiettivo principale della narrazione dei fumetti e l’interferenza storica ne divenne l’elemento portante. La propaganda usata dalle autorità serviva a dimostrare l’ufficialità dell’amicizia tra la Polonia e l’Unione Sovietica. D’altro caso l’uso dei fumetti, nel gioco politico storico, permise di creare un’immagine demoniaca del nemici occidentali, a partire dalla Germania per arrivare agli Stati Uniti. Tutto quello che, politicamente e culturalmente, era collegato all’Occidente veniva etichettato come ostile.
I fumetti, come il cinema, sono sempre stati un ottimo strumento di propaganda nelle mani dei governi. Le semplificazioni ideologiche e le tonalità contrastanti espressi nelle loro pagine sono un ottimo esempio di discorso ideologico.
Tanti che Stefan Arski, sul numero 2 di Nowa Kultura pubblicato nel 1952, nell’articolo Superman e l’analfabetismo di ritorno (“Superman i powrotny”) scrisse quanto di seguito: “Stampato su 48 pagine da quattro soldi, abbellito da una copertina vistosa e venduto a dieci centesimi. I testi che accompagnano le immagini sono rozzi, primitivi. I dialoghi, i più delle volte, vengono sostituiti da onomatopee come “ch!”, “Au!”o
“Brr!”. Una violenza alla lingua. Ma lo violenza è di per se una parte essenziale del fumetto. La violenza è sempre in diverse forme: percosse, sparatorie, soffocamento, tortura – ecco l’esca che attira l’acquirente […]. Questa è una nuova forma di pornografia, pornografia che deriva dal culto della violenza ”
A questo punto mi sembra però giusto dire che in realtà questo era un po’ ovunque lo spirito dei tempi. Infatti dall’altra parte dell’Oceano non è che le cose andassero molto meglio al fumetto in quel periodo. Infatti nel 1954 negli Stati Uniti esce il saggio Seduction of the Innocent (La seduzione dell’Innocente) di Fredric Wertham, scritto come un vero e proprio atto di denuncia nei confronti dei fumetti, dipinti come una forma deteriore di letteratura popolare e una delle principali cause di delinquenza giovanile.
La nascita dei super eroi dopo caduta della Repubblica popolare polacca
In epoca comunista, i fumetti erano visti come una manifestazione della decadente cultura occidentale. Negli ultimi vent’anni le storie illustrate hanno guadagnato popolarità e oggi si possono ottenere i titoli più famosi e apprezzati sul mercato polacco. Prima del 1989 in Polonia venivano pubblicati solo pochi fumetti come Tytus , Kajko e Kokosz o Kapitan Żbik , ma in generale agli editori non gli piacevano i fumetti anche perché non avevano la possibilità di stampare storie su carta di qualità decente. A volte mancava addirittura la carta igienica, quindi era inutile aspettarsi una buona carta da stampa. In seguito ai cambiamenti politici, il mercato editoriale fu inondato da fumetti . Dopo l’89 la Polonia si aprì al mondo e accolse a braccia aperte il McDonald, la democrazia, quella delle elezioni libere con centinaia di partiti politici a seguito e la possibilità di acquistare fumetti americani o francesi.
Da Cracovia a Krypton
L’assonanza tra la città polacca e il mondo natale di Jor El ha un suo fondamento storico, in fondo “The man of Steel” è nato come “The man of Shtetl”. Il fumetto, il mondo della graphic novel, il movimento undergound dei Comx, le convention, tuto ciò ha radici ebraiche. Diversi artisti e creatori di fumetti erano ebrei, proprio come Jerry Siegel e Joe Shuster i due papà di Superman. Chi fosse interessato può approfondire il tema leggendo l’eusariente volume di Ariel Kaplan ” From Krakow to Krypton”.
Da appassionato lettore di Superman ho vissuto con difficoltà i miei anni polacchi. Solo recentemente ho visto evolversi lì il mercato del fumetto. Ricordo ancora con affetto, nell’amarcord, della mia stringente memoria, le centinia di sguardi smarriti ricevuti dalle varie commesse a cui chiedevo un miracolo, quello di trovami una edizione polacca di Superman. Le stesse difficoltà le vissi durante la stesura del graphic novel “Uccidendo il secondo cane”, incentrata sulla figura dello scrittore polacco Marek Hłasko. “Cosa fai in Polonia?”, mi chiedevano. Scrivo un fumetto, rispondevo, ricevendo un grande “Boh” come risposta. Sono così riaffiorati, durante le ricerche fatte per questo post, anche i diversi discorsi fatti con la mia ex ragazza dell’epoca che no, non capiva, non poteva davvero capire purtroppo tutti i miei riferimenti a Lois Lane e alla fortezza della Solitudine. Così come quelli a Happy Days e Rickie Cunningham. Il nostro punto d’incontro “pop” fu Melmac e non Krypton. Non il pianeta di Superman quindi. Non l’alieno eroico, ma Alf, quello comico, la cui serie fu trasmessa in Polonia dopo la caduta del muro.
Il miracolo avvenne questo natale, quando su Allegro, la versione polacca di ebay, trovai un venditore di Lodz disposto a spedire dei fumetti in Italia. Cosa non sempre scontata. Comprai così delle copie di Kapitan Kloss, una delle serie polacche di fumetti più apprezzate e longeve della PRL, di cui magari parlerò in un altro post in futuro. Ma dicevo, tra le aste online trovai anche una copia polacca dei 50 dedicati ai 50 anni di Superman che fu pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti il 18 Aprile del 1938 e tagliò il traguardo dei 50 nel 1988. Il canto del cigno della PRL avvenne nel 1989. L’uomo d’acciaio poteva così, finalmente, essere pubblicato nel pase dell’Uomo di ferro (Człowiek z żelaza, film che nel 1981 si aggiudicò la Palma d’oro al Festival di Cannes.