Rebel in The Rye: Il ribelle nella segale.

The Rebel in the Rye, opera cinematografica che gioca con il titolo originale de Il Giovane Holden, cioè the Catcher in the Rye, intraducibile, è un film  che ripercorre la vita di J.D. Salinger, e si basa su J. D. Salinger: A Life, libro di di Kenneth Slawenski,

Ecco, nelle tre righe di sopra avete già un bell’esempio di caos creativo. Questo film non è di sicuro per tutti,  alla fine si tratta di un film sulla vita di uno scrittore importante come Salinger, diventato famoso anche per essersi isolato dal mondo e per aver continuato a scrivere senza aspettarsi nulla in cambio (questo è il ritornello su cui ruota quasi tutta la pellicola insieme all’assioma “Essere pubblicati è tutto” che nel finale diventerà “Non essere pubblicati è tutto”),

Che dire. Non succede nulla ma succede tutto e per questo motivo a me è piaciuto ma io da una vita sono uno scrittore in crisi

Holden Caulfield è morto, lunga vita al giovane Caulfield.

Il Punitore legge

In generale, dopo i Defenders, le serie Marvel di Netflix mi lasciano sempre un po’ perplesso. Le ho visto quasi tutte, almeno le prime, Devil, Cage, Iron Fist, Jessica Jones… poi ho cominciato a smettere perché  lo trovo un vizio peggiore del fumo, dedicare ore della mia vita a qualcosa del genere. Sarò sbagliato io, non so, ma quello che ci trovavo nel fumetto, qui è andato perduto.

Oggi ad esempio in questo mio eremo pasquale avevo pianificato di guardare The Punisher, qualcuno, non voglio far nomi, me ne aveva parlato bene. Invece è il solito nulla. Con Frank Castle che si fa passare per “ritardato”, almeno c’è un termine politicamente scorretto prima di cominciare a massacrare, tramite mazzotto da muratore, una banda quasi improvvisata per poi andare tranquillamente ad assaltare un covo della famiglia Gnucci. Questo in tipo 10 minuti finali perché nei 30 minuti iniziali possiamo ammirare un Frank Castle con la barba da hipster, sigh, che spacca muri. Però fa anche altro… legge.

Che dire…gli autori gli piazzano in mano prima una copia di Moby Dick. Certo, forse è il romanzo che più si avvicina al personaggio, vista la folle determinazione dell’anti eroe Marvel. Ma poi pescano L’eta del Jazz di F.S. Fitzgerald, libro che Hemingway aveva definito patetico, insomma, non proprio così, ma giusto per dare un’idea della mancata continuità della libreria di Frank Castle e della serie tv a lui dedicata.

 

Dio Ci Ama Tutti – Incipit

Dio ci ama tutti

Capitolo I

C’era un tempo in cui Dio, o chi per lui, ci amava tutti, poi non so bene cosa sia successo ma non è compito mio scoprirlo penso mentre sputo qualche grumo di sangue sul cemento del parcheggio di Orio al Serio, Bergamo.  Ecco, queste cose nei serial non succedono, mai. E uno finisce qui così perché pensa di poter imparare la vita dai telefilm.
Swooooosh.
Questo era il rumore di un aereo che passa sopra la mia testa, in volo, destinazione chissà dove ma tutto è passato sopra di me, L’ultima cosa che ricordo è il pugno di un sessantenne francese. Poteva aver avuto 50 anni ma di sicuro se li portava male. Swosh.
Questo è il rumore di un pugno sferrato da un utente dell’Inps transalpina che non so come si possa chiamare. L’ho visto poi andare via sul suo bel macchinone, avrei potuto prendere la targa e denunciarlo per l’aggressione. Fosse stato solo l’avrei fatto. Ma loro sono salite con lui. Loro erano la mia famiglia o almeno così pensavo fino a qualche minuto fa. Swish. Questo è il rumore della tua famiglia che se ne va via con il primo che passa.

Freak

Leggo un numero di Dylan dog, un libro di Sclavi e penso ai film vecchi in bianco e nero. A volte la vita è anche questa e così mentre governi puntano il dito contro l’aborto mi chiedo sempre se sia giusto o sbagliato e perché.

Guardo così le foto di alcuni freak e penso che oggi qualcuno li ucciderebbe prima, non li farebbe nemmeno nascere.

Chi sono i mostri?

Loro? Io? Noi? Voi

Non esiste nessuna legge che possa includerci tutto. To jest…

Classifica Paesi più felici del mondo 2018

Classifica paesi felici 2018, Italia 47esima, prima la Finlandia… mah c’è qualcosa che a mio parere non va.
ignoro e continuo volentieri a ignorare i criteri di valutazione usati per arrivare a questi risultati ma dubito e invito a dubitare che siano adeguati ai nostri tempi. Certo l’Italia la mia Italia è completamente inadeguata al vivere moderno, per dirla come la nota pubblicità del Cynar, al logorio della vita moderna che da altre parti ha altri ritmi ma la felicità non è qualcosa che improvvisi su una banda internet. La felicità è un concetto complicato radicato da secoli nella complessità dell’uomo. Nel nostro Belpaese c’è qualità di vita, come disse Erri De Luca parlando di Napoli, che influisce sulla felicità. Consideriamo qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove, In Finlandia, Norvegia e Danimarca sono miraggi, senza dover ricorrere alla renna marinata berlusconiana. Andate a Sottoripa a mangiare la focaccia calda e poi ditemi… Considero qualità della vita il nostro travagliato mare, la vita ci scorre e ci finisce attualmente ma queste sono altre polemiche, e chi non lo considera non ha mai visto Camogli, Lerici, Le Cinque Terre, il Salento, la Costiera Amalfitana e hai voglia di pensare a pinete, fiordi e golfi. Considero qualità della vita il vento che ti accarezza i capelli e ti porta il profumo delle vigne in Monferrato. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè, del gelato e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, così come parlare con il vicino, andare a comprare il pane, il giornale, bere un caffè e fare quattro chiacchiere e non il Coffe and go che trovi praticamente ovunque nei paesi felici che ti riempiono di plastica. Già la plastica…confusi e felici come direbbe Carmen Consoli…. Considero qualità della vita la musica per strada e la musicalità della strada, .Il chiacchiericcio e il vociare, comprensivo del mugugno. Considero qualità della vita la storia, la nostra che affiora dappertutto, in posti sconosciuti come in tappe del Grand Tour. Ma ditemi voi che potrò mai andare a vedere in Finlandia dopo la prima volta? Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Bogia Nenta” “ e vi do un consiglio, gratuito o sospeso come si dice a Napoli. Gratis, qualcosa che nei paesi primi in classifica non esiste, la felicità ha sempre un costo alto: nelle prossime classifiche, per cortesia e per amor proprio vostro, non considerateci, non considerate l’Italia perché nonostante tutti i nostri problemi siamo troppo fuori scala,siamo semplicemente troppo per poterci misurare

Questa è la classifica dei paesi felici 2018

Finlandia
Norvegia
Danimarca
Islanda
Svizzera
Olanda
Canada
Nuova Zelanda
Svezia
Australia
Israele
Austra
Costa Rica
Irlanda
Germania
Belgio
Lussemburgo
Usa
Gran Bretagna
Emirati Arabi Uniti
Repubblica Ceca
Malta
Francia
Messico
Cile
Taiwan
Panama
Brasile
Argentina
Guatemala
Uruguay
Qatar
Arabia Saudita
Singapore
Malesia
Spagna
Colombia
Trinidad e Tobago
Slovacchia
El Salvador
Nicaragua
Polonia
Bahrain
Uzbekistan
Kuwait
Thailandia
Italia
Ecuador
Belize
Lituania