4 anni fa andai al cinema, da solo.
Era un lunedì.
Ero in un multisala di Cracovia, quello di Galleria Kazimierz, e scambiavo sms con Antonio, un altro Dc fan. L’attesa era grande.
Purtroppo ero già stato bruciato da Batman vs Superman visto in un cinema di Nizza Monferrato con Andrea, e mi chiedevo, la Justice League, avrà subito lo stesso trattamento?
Alla fine della proiezione, camminando lungo la Vistola, il fiume che bagna Cracovia, pronto a rientrare alla mia stanza mentre mi chiedevo: è tutto qui?
No, non mi riferivo a nessuna domanda sull’universo, su dove stiamo andando o cosa. Mi domandavo se fosse possibile avere tratto materiale tra le mani e uscire con una pellicola del genere. Non era di certo peggio di Batman vs Superman ma era quasi “divertente” nel senso marvelliano dei cinecomics. In pratica non aggiungeva nulla. Quindi perché mai la Dc voleva rischiare al cinema con quella roba?
Zack Sneyder aveva abbandonato il progetto in seguito alla scomparsa della figlia e in fretta e furia arrivò un altro regista che sì, forse fece il possibile, ma no, non aveva assolutamente capito nulla della Distinta Concorrenza.
Per qualche anno ho accantonato tutto ciò, dopo averlo aggiunto nel mio grande cassetto delle delusioni. Io sono un fan di Superman, quindi delle trasposizioni cinematografiche non ho molto di cui lamentarmi, mentre con il fumetto… Seguivo la Justice League dai tempi International, di Giffen e De Matteis, e ne conservo ancora un ottimo ricordo.
Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti, mai la stessa, e finivo con l’ andare accompagnato al cinema a vedere i film Marvel che incassavano tanto al botteghino successo dopo successo e forse, mi dicevo: è tutto qui… nella vita non si può avere altro ed ero pronto a rassegnarmi di vivere nel declino della società dell’entertainment dove tutto deve sempre e solo divertire.
Poi successe qualcosa, cominciarono i rumor e arrivarono i teaser. Messaggi, addirittura striscioni nei campi di calcio inglesi: Rilasciate la Snyder Cut! Chiedevo ad Antonio, ma allora la fanno? Prima o poi.
Succede quindi che nel 2021 l’evento più democratico degli ultimi 4 anni sia proprio il rilascio della Snyder Cut perché è stata chiesta a gran voce e, democraticamente, i fan sono stati accontentati.
Oggi, trovare 4 ore e 20 da dedicare a un film non è cosa da poco. La zona rossa mi aiuta. Costretto a casa, scrivo l’ennesimo messaggio: Anto, oggi provo, ci sentiamo tra 4 ore. Non c’era bisogno di dire altro.
Il film inizia con la morte di Superman e non poteva essere altrimenti. In fondo riprende quella porcheria di Batman vs Superman. Penso ai 10 dollari dei due caffè a Metropolis e passo al sacrifico delle amazzoni. Una delle scene che non sfigurava troppo nel primo film. Mi accorgo che incomincio a paragonare, a cercare riferimenti e mi fermo quando ritrovo History of the Dc Universe, il volume di Wolfman e Perez chiamato a dare un senso al multiverso stroncato post Crisis. Snyder ha fatto i compiti, gioisco, Snyder ha studiato, Snyder è uno di noi!
Il film scorre, i personaggi che erano stati accantonati nella prima versione qui trovano una nuova vita, Flash su tutti. Non apprezzo ancora la scelta giovane, ma tant’è. Da Flash a Flashpoint ci vuole un passo e non voglio spoilerare troppo ma Barry Allen finalmente trova un suo contesto, un suo ruolo, un suo destino eroico e non è più la brutta copia dell’Uomo Ragno giovine dei Vendicatori che ci era stato proposto 4 anni fa.
Arrivano anche i Nuovi Dei di Apokolpis con Darkseid che trova la materia anti vita. La Legione dei Super eroi! Mi aspetto anche loro ma sarebbe chiedere troppo, così ecco J’onn J’Ozz consolare Lois Lane e mostrarsi alla fine del film che, per fortuna, non ruota più intorno al ritorno del figliol prodigo. Superman è importante ma non così decisivo come 4 anni fa. In quel film ci si chiedeva: ma a che serve la lega della giustizia se Superman picchia tutti in 5 minuti?
Già, manco fosse un Hulk intelligente.
Quella versione della Justice League era una brutta copia degli Avengers e questo fu il grande errore.
Zac Sneyder ha una visione tutta sua, cosa da poco in questo mondo copia incolla, e conosce benissimo il significato della parola epico. Così la sua “Cut” è epica. Trionfale nelle inquadrature, imponente nella musica e nelle scelte. Ci vuole coraggio a riproporre una pellicola sputtanata 4 anni fa. In un mondo che poi guarda solo al profitto pensare che 4 fan, ok, un po’ di più, siano riusciti nell’impresa di far completare questo film è qualcosa come “l’amore che muove il sole e le altre stelle”.
Ho quindi trepidato per Diana, Gal Gadot sarà, purtroppo per lei, legata al personaggio di Wonder Woman. Lei è l’amazzone e speriamo che Hollywood sappia perdonarle questo peccato e non la releghi sono in questo ruolo. Che dire di Bruce… certo Affleck è un Batman di montagna, che potrebbe rendere bene nella trasposizione di Red Son.
Ho già scritto due pagine e non me ne ero accorto. Che dire, il tempo è voltato da quei teaser lanciati su Youtube accompagnati dall’Hallelujah di Leonard Cohen commentati con Antonio come la solita canzone stra usata. Poi dopo 4 ore e 20 e un’ultima mezz’ora di girato quasi inedito, tra cui il Joker di Leto, ecco partire Hallelujah sui titoli di coda. Nessuna scena extra. Solo la canzone e i titoli di coda come il cinema di una volta. Finisce tutto e appare una scritta: “A Summer”. Ecco, il padre che dedica quel film che non era mai riuscito a finire alla figlia scomparsa. E questo è. La Snyder Cut è un atto d’amore durato 4 anni, toccante, come l’amore di un padre per una figlia scomparsa troppo presto. E allora, Antonio, che dire, qui, Hallelujah di Cohen calza proprio a pennello, in tutto il suo senso epico, dove Snyder è riuscito a far passare la stessa acqua sotto i ponti.