Viviamo in un mondo materialista, dove la morale è la grande assente, da molto tempo non viene invitata a nessun convivio. Anzi il termine moralista da “Studioso di teologia morale; autore di trattati di teologia morale” ha assunto il significato comune di “Persona che tende a ricondurre i propri giudizi a una rigorosa e talvolta eccessiva dipendenza da un ordine di principi morali; come agg., moralistico”.
Ha vinto il “Fai ciò che vuoi”. Ha vinto Crowley ma non quello simpatico di Supernatural, in fondo oggi i media mainstream dipingono questa figura in modo affascinante e carismatico, strano no?
Le leggi che reggono il nostro sistema non sono affatto “morali”, la bontà non è mai compresa in queste leggi promulgate per avvantaggiare chi è più forte: firmare un contatto implica automaticamente che bisognerà sostenere battaglie per evitare di essere raggirati.
Tutti i contratti si fondano solo sul vedere chi trarrà vantaggio dall’altro. Chi impone la propria forza è rispettato e onorato: ne ammiriamo l’intelligenza e il successo; la vittima, al contrario, è disprezzata perché si è lasciata ingannare. Non si considera che in sede legale esistono altri sistemi discrezionali, l’interpretazione, la potenza economica e così via, a volte nessuna qualità positiva, insita nell’uomo vince. Courtney Love, la vedova di Kurt Cobain lo sa bene, sua è la frase: “Fatemi incazzare e vi mando i miei 12 apostoli, i miei avvocati”, o qualcosa del genere. Se poi succede che legalmente la bontà vince in tribunale in qualche modo, finisce che ci fanno un film perché per l’appunto è un caso più unico che raro.
Ci limitiamo così a essere presenti in un mondo materialista costruito sulla competizione, sullo sfruttamento e sull’egoismo…. Tutto è stato predisposto in modo da impedire alla coscienza di svilupparsi, perché la coscienza disturba e confonde e porta a altre strade.
Il sistema scolastico mantiene i bambini, il futuro, a un livello distante dalla presa di coscienza, un livello che impedisce al mondo di cambiare. Esiste una evitante cospirazione che tende a mantenere il mondo così com’è, su fondamenta prive di morale.
Paura, apprensione, ansia vengono diffuse, quotidianamente. Ci si rifugia nel materialismo, risposta primaria che ha dimostrato di essere insufficiente ma continua a essere promosso e diffuso. Il tuo ego è diventato il centro dell’universo, altro che sole, povero Copernico. Quando hai paura puoi solo pensare a proteggerti. Ma bisogna anche difendersi da chi, in caso di esplosione nucleare, consigliava allegramente di rannicchiarsi sotto un banco di scuola.
Paura che non ci permette di vedere e di considerare l’altro. Oggi siamo abbastanza stronzi da avere un unico rimpianto nel morire in un episodio collettivo. La nostra rabbia nasce dal non poter avere un evento dedicato tutto a noi, ma dal finire a diventare cronaca collettiva. I social ci hanno gonfiato l’ego in una sorta di masturbazione collettiva, siamo una società onanistica a ogni livello, anche mentale. Altro che figli, penso a me.
Le comunità sono state spazzate via dalla realtà virtuale, anzi, iperbolicamente questa è arrivata a raddoppiare ego e identità.
A sessant’anni, al tramonto della vita, la nostra società getta gli esseri umani nella pattumiera.
Ci siamo abituati a questa idea e accettandola viviamo ormai con l’angoscia di invecchiare.
Marciamo, imputridiamo dentro, abbruttiti nella morale e nella sua essenza ma impieghiamo milioni per preservare l’estetica giovane, l’aspetto esteriore. Attendiamo la morte belli fuori ma già estinti dentro.
Ci ritroviamo tutti, io, tu, complici di una società criminale che ha il solo intento di distruggere l’essere.
Quale morale possiamo costruire vivendo in mezzo a persone che disprezzano lo spirito e coloro che lo sviluppano? Se lo chiede anche Jodorowsky. Il culto del corpo, della struttura di esso molto spesso ha poco a che fare con il benessere ma sono fenomeni di “calcestruzzo d’anima”. utili per riempire, invasivamente ogni altra possibilità di esistere perché un individuo è considerato un nemico dal momento in cui osa azzardarsi a coltivare una sensibilità e una coscienza.
Se il mondo fosse fatto d’oro, gli uomini si ammazzerebbero per un pugno di fango. Lo diceva John Wayne, l’attore che recitava con il cappello ma che forse, aveva già capito tutto questo molto tempo prima di noi. Che fare di fronte a persone che fanno passare per lusso ciò che hanno ottenuto a poco prezzo, in costante competizione per umiliare gli altri? Che fare in un mondo che ci vuole compratori frustati?