Se siete in cerca di un romanzo originale fuori dagli schemi e soprattutto lontano anni luce dai luoghi comuni della letteratura, vi consiglio la lettura di Doppio umano di Fabio Izzo(Edizioni Il Foglio).E’ la storia di un poeta africano che lascia la sua terra perché perseguitato per le sue opinioni politiche. Come Hikmet ripara in Polonia.Alle prese con l’esistenza di un amico immaginario, il doppio umano appunto, il protagonista scava nella vita difficile della sua coscienza inquieta per raccontare in prima persona la finitezza della condizione umana costretta tra mille fragilità e un senso cosmico di ingiustizia che ha profonde radici culturali e sociali.
“La storia è fatta di cicli,di alti e di bassi, e quello che era debolezza prima diventa forza poi,viviamo in un’epoca di mercanti, tutti disposti a vendere le proprie anime”.
Nel doppio fondo dell’anima si nasconde e allo stesso tempo si rivela la lotta eterna del bene contro il male. Il poeta vive i suo esilio nel dramma di questo sdoppiamento in cui kafkianamente l’assurdo tesse la trama di un destino del quale il protagonista e artefice e vittima.
Fabio Izzo si avvale di un registro narrativo essenziale per raccontare attraverso l’interiorità singolare di un poeta senza patria la sua versione della realtà sospesa tra il nulla e il tutto. Il quadro finale è visionario e allo stesso tempo tragicamente reale, appunto come i dissidi di quell’esistenziale “Doppio umano” con il quale ognuno di noi vive quotidianamente in conflitto.
“La storia è fatta di cicli,di alti e di bassi, e quello che era debolezza prima diventa forza poi,viviamo in un’epoca di mercanti, tutti disposti a vendere le proprie anime”.
Nel doppio fondo dell’anima si nasconde e allo stesso tempo si rivela la lotta eterna del bene contro il male. Il poeta vive i suo esilio nel dramma di questo sdoppiamento in cui kafkianamente l’assurdo tesse la trama di un destino del quale il protagonista e artefice e vittima.
Fabio Izzo si avvale di un registro narrativo essenziale per raccontare attraverso l’interiorità singolare di un poeta senza patria la sua versione della realtà sospesa tra il nulla e il tutto. Il quadro finale è visionario e allo stesso tempo tragicamente reale, appunto come i dissidi di quell’esistenziale “Doppio umano” con il quale ognuno di noi vive quotidianamente in conflitto.