Non c’ é società più tribale di quella delle lettere, a nicchie, a cricche, a caste, a sippe…tutte a marcare territori e a difendere i loculi. La torta è piccola e non si divide così polemiche se un fumetto partecipa allo Strega o se un Nobel va a Bob Dylan, che non è un cantautore ma una categoria a parte
Poco importa che i cantastorie siano presenti nelle antologie, che i poemi epici in origine erano accompagnati da una base musicale, ma è meglio non dirlo troppo in giro altrimenti alcuni giornali di aree politiche estreme dopo il Mein Kampf potrebbero pubblicare la Chanson de Roland, magari con tanto di cd.
Ma è altrettanto vero che questa è una società dell’ immagine, volete scrivere, usare parole e non comparire, o forse apparire per pochi secondi? Scordatevelo, youtubbate e fate altro, in fondo il Nobel di oggi conferma anche questo
Così non bisogna dimenticare che il Nobel per la pace e per la letteratura sono premi politici e che in Scandinavia se prima se la prendono con Putin ora vogliono dare una mano a Hilary perché l’assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan è una bocciatura piena dell’ America rappresentata da Trump
Da Dario Fo a Bob Dylan, il Nobel resta ai cantastorie, perché purtroppo ieri Dario Fo ci ha lasciati.
Dario Fo è stato un premio Nobel che l’talia non è mai riuscita ad apprezzare troppo, anzi il più delle volte l’ha ignorato abbastanza, un po’ per le sue recenti scelte politiche, e anche perché quando gli comunicarono la vittoria del Nobel era in macchina con Ambra Angiolini per un programma di Rai 3. Io ho sempre apprezzato Dario Fo, per un periodo della mia vita, insieme ad un amico, passavamo i sabati sera a guardare le commedie e i filmati di Darione, lontani dai tempi del Nobel. A noi piaceva quel suo ridere in faccia di tutto e di tutti, le sue idee sugli assedi medioevali, basta lanciare merda e non armi e la città cade, e così via dicendo. Conservo il suo Diario Minimo dell’Attore autografato con grande amore. Dario è stato importante, lontano dalle città, dai centri di potere e di aggregazione consensuale, era una luce, un faro ed è diventato un Mistero Buffo, all’italiana, come solo da noi poteva diventare. Ciao, immenso
“Ma bisogna ammetterlo, diciamo la verità, cari Membri dell’Accademia, stavolta avete esagerato: andiamo, avete cominciato una decina d’anni fa col premiare un nero … un Nobel di colore. Poi avete dato il Nobel a un ebreo … adesso addirittura a un giullare!! Ma che, – come dicono i napoletani -pazziamme?
Anche nel clero alto ci sono stati momenti di pazzia … proprio i grandi elettori del Papa: vescovi, cardinali, prelati dell’Opus Dei sono andati in escandescenze. Tant’è che costoro hanno richiesto che venga ripristinata la legge che permette di bruciare i giullari sul rogo: una cosa delicata, a fuoco lento.
Per contrasto devo dirVi che però ci sono state masse straordinarie di persone che hanno gioito con me in modo incredibile per questa Vostra scelta.
E io Vi porto il più festoso dei ringraziamenti da parte di una caterva di guitti, di giullari, di clown, di saltimbanchi, di contastorie”.
Dario Fo- Discorso per il premio Nobel
Il prossimo anno, per stemperare, il Pulitzer lo damo alla PFM, conciliate? Mentre io vinco sempre il premio Nobel per la fame
Pingback: Times They Are A Changin | PIU O MENO POP