Marcia film – Dome Bulfaro -Nota di lettura

Un titolo che è un film.
Un libro che è uno spettacolo.
Una raccolta di versi che è un susseguirsi di immagini.
Tutto questo e molto altro è Marcia Film di Dome Bulfaro, appena pubblicato dalla casa editrice bulgara Scalino.

Re-interprando le orme felliniane di 8 1/2 Bulfaro si addentra nel film della vita di un regista che, all’improvviso, finisce risucchiato nel gorgo della sua creatività, lavorativa e sentimentale. Si troverà così faccia a faccia con le sue creazioni, con anime perse che hanno deciso di mettersi in marcia (da qui il titolo) per avere finalmente il loro tanto agognato posto al sole.

Il lettore (o lo spettatore) si trova quindi di fronte a una tragicomica rappresentazione della follia umana, dove il confine tra realtà e fantasia è diviso tra proscenio e palco, tra prosa e poesia, tra parola e parola.

Un flusso di coscienze poetiche che porta a galla diversi protagonisti importanti per l’equilibrio di questo libro di Bulfaro, a memoria cito il Batte Botte, Mangiacuori, gli uomini-bestia oppure i due trans milanesi, inclusi solo nello spettacolo, arricchiti più di altri personaggi, nella loro differenziazione poetica, da una storia noir meneghina, tipo I milanesi ammazzano al sabato.

Trascinato in un vortice di esistenze violente e dissipate, il poeta, l’autore potrà salvarsi e salvare il mondo, messo in pericolo da questa Marcia sostenuta e forzata, solo ricorrendo al gesto più rivoluzionario di tutti, scegliendo cioè di affidare la sua salvezza alla non violenza.

Un libro che è nato per essere interpretato, una interpretazione che è nata per essere conservata, nel modo migliore, cioè con la parola pubblicata. Il mio consiglio è quello di provare entrambe le esperienze e magari riproporre l’esperienza del libretto “d’opera”, durante la rappresentazione dello spettacolo messo in scena “a solo” dallo stesso Bulfaro.

Dome Bulfaro (1971), poeta e performer, tra i più attivi nello sviluppo della poesia performativa.
Su invito degli Istituti Italiani di Cultura ha rappresentato la poesia italiana in Scozia (2009), Australia (2012) e Brasile (2014). Ha cofondato la LIPS, Lega italiana poetry slam e ha raccontato il movimento slam, internazionale e italiano, nel libro Guida liquida al poetry slam (2016). È ideatore e direttore artistico del festival PoesiaPresente. È stato tra i primi in Italia a sviluppare e diffondere la poetry therapy. Sue poesie sono state pubblicate in vari Paesi: la prima volta negli USA con la silloge (Ossa, silloge tradotta nel 2006 da Christopher Arigo) e l’ultima nel Regno Unito (3 Ictus, 2016), con poesie tradotte da Cristina Viti.
Da questo libro è tratto l’omonimo spettacolo teatrale Marcia film (2016), regia di Enrico Roveris, che ha firmato tutti gli spettacoli dell’autore.

marciafilm_logo

O tym – Osiecka Agnieszka prove di traduzione

O tym

Osiecka Agnieszka

O tym nie będzie wiersza.

Nie będzie łzy, śpiewu, śmiechu,

małego opowiadania.

O tym tylko serce trzaśnie

jak sucha leśna gałązka.

Agnieszka_Osiecka_Polish_writer

A proposito

Osiecka Agnieszka

A proposito non ci saranno versi.

Non ci saranno lacrime, canti, risate,

piccole storie.

A tal proposito il solo cuore si spezza

come un ramo secco nella una foresta.

Velocemente Vive

Velocemente vive chi apprezza ogni istante,

cambiando abitudini e solitudini,

chi smette i soliti panni e indossa quegli altri,

per capire,

chi dialoga e apre la sua curiosità.

Velocemente vive chi si inebria di passione,

chi conosce i nomi dei colori come il rosso pantone

e ha il suo arcobaleno interiore;

sorgente di parole e non solo,

tra sentieri non presi e scelte inopportune,

senza sapere che dopo

tutto sarebbe stato giusto!

Velocemente vive chi invecchia,

nella consapevolezza quotidiana dell’incertezza,

che sotto il sole sotto la luna non v’è certezza alcuna

e la gente dà buoni consigli non potendo dare il buon esempio.

Velocemente vive chi ha capito che la vita è un viaggio,

che va letto e condiviso,

ascoltato e apprezzato,

ma anche studiato e faticato.

Velocemente vive chi dà il giusto valore alle cose,

perché son cose.

Velocemente vive chi parte e chi ritorna,

dal primo momento all’ultimo istante.

Partenze

Madre, ho paura di andare
come anch’esse le mie paure paiono umane
e se il mondo con i suoi legami d’acqua
intensa evaporasse?

Padre, ho paura di andare
già l’amico è dura lasciare
che in cuor mio aspetto il futuro
e se il mondo al mio ritorno non
esistesse più?

Né querce, né mulini
solo polvere, fumi e cenere d’archibugi