Fabbricate il silenzio
nelle vostre industrie

nemmeno le sei della sirena
al fischio che fu canto

le tristi notizie
che dureranno per sempre

suonate il silenzio
sui vostri tamburi

percuoteteli affinchè
il minuto sia zittito

fermate il suono
uscente dalle armi

non scocchi ora
l’arco caduto del tempo
per un tributo
validante la sua assenza

L’ amico migliore dell’uomo

Chiuso all’ombra
refrattario al sole

vivo in una stanza
dove l’importante
sono i metri quadri
e i canali televisivi

il vicino allunga la mano
per accarezzare il cane

lui abbaia, scodinzola
emette latrati
tutto solo per una carezza

mentre il cane
lui no
è silenzioso per natura

nell’ombra mordo
l’umanità perduta.

caffè per un amico

Non avrei mai voluto scriverne
un pomeriggio qualunque
ventiseigennaioduemilaundici
senti come suona bene?

Già, in qualche modo lo senti
se ci riesco a farmi sentire

Imparammo assieme sotto il Palazzo della Cultura
che nulla, non conta, il lunedì
il mondo va avanti lo stesso

non gliene importa quel lunedì
e nulla è importante mesi dopo
anche se era un martedì

I giorni non sono ora
tristi unità di misura
ancora e no
e ancora un altro giorno.

Si erano interrotti i nostri progetti comuni
spezzati dalla casualità del caso

Restavano i riti
il caffè su tutti
a sancire la nostra amicizia

Una volta all’una
un’altra alle due
fino alle sei
La birra?
Quella no.

Quella era per i sogni,
dove un’altra vita sarebbe stata possibile.

La vodka,
ettolitri su ettolitri,
era andata via a fiumi
una disillusione dopo l’altra

gocce distillate di vita
impiantate sotto pelle

mentre torno a pensare
davvero che non avrei voluto scriverne
ed è solo il giorno dopo
non è ora
e il giorno dopo ancora

la macchina del caffè schiuma
il barista mi porge la tazzina
al mondo davvero non gliene importa

vorrei fermare il tipo
indifferente
quanto la sua bicicletta

ma come fai?
Ma com’è possibile?
La ruota?
Il ciclo?
Ci credi?
Non ci pensi?
Ah, sì…

già deve essere il parafango
per forza
a mantenere linda la sua dignità di uomo

il caffè
dio della pietà fatta schiuma
è ancora nella mia tazza
e rimarrà lì ancora non so quanto.

dedicata al Puorco-25 gennaio 2011

Ago e Parole

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Ago e Parole

di Fabio Izzo

 

Freddo, pungente e irriverente
fa così freddo che bruciano le ossa
e i pensieri gelano
frantumandosi l’uno dopo l’altro in una successione irregolare di immagini
le parole viaggiano
come le persone
vanno e vengono nella vita
non ho ancora trovato una parola che mi abbia accompagnato durante tutto il mio cammino
Un giorno c’è uno
per un po’ siamo in due
poi ti ritrovi solo
mischiando bontà, gioia, felicità, eternità, gratitudine
a salamoia, individualità, egoismo, cattiveria
le persone sono fatte di parole
siamo noi a riempirle di parole
mentre loro tentano di coprirsi di altre parole
vestendo vocaboli, comma, lemmi
preposizioni, tutte unite dal filo delle congiunzioni
e delle buone intenzioni
poi si cambia guardaroba
e cambiamo i significati
e l’ago cuce altre intenzioni
il re è nudo
e io ho freddo.