“…Ho scritto questa Trilogia, spinto dal desiderio di far conoscere agli uomini i loro fratelli, gettati fuori dai margini della vita, e di venire in aiuto di questi diseredati, di queste disgraziate vittime della sorte, descrivendo la loro tragica esistenza.
Ho avuto molte occasioni di confrontare l’etica dei ladri professionali con quella di gente la cui onestà è puramente meccanica e convenzionale. Uso quindi il termine etica, non in ciò che può avere, e generalmente ha, di esteriore e di formalistico, ma nella sua accezione più profonda. Il confronto risultò decisamente a scapito degli “onesti”. Un uomo che la sorte ha gettato nella miseria, che porta la sua “croce” sul cammino impostogli dalle nostre leggi, messo al bando dalla società e fatto segno al pubblico disprezzo, se ha un carattere, una volontà e un cuore, è un essere umano a cui è stato fatto un grande torto. Un individuo “onesto”, invece, che messo alla prova dimostri di essere un inetto, un traditore e un codardo, gode talvolta dell’attributo di onesto soltanto perché non si è mai trovato nell’occasione di dimostrare ciò che vale realmente. La guerra, la schiavitù politica e la lotta per la libertà ci hanno insegnato molte cose, e io credo che ora potremo meglio e più profondamente valutare gli uomini.
Possa questo libro servire agli storici del costume, agli psicologi, agli studiosi di criminologia e di sociologia. Possa aiutare i nostri fratelli diseredati a reclamare i loro diritti. Anch’essi, gli sbandati, i fuorilegge, sono stati sulla barricata, anch’essi hanno lottato per la difesa dei loro e dei nostri diritti. Tra le loro file ci sono stati pochissimi disertori, e forse non ce ne sono stati affatto. Io non ho conosciuto neppure uno. Tra i loro severi giudici, invece…basta, meglio non parlare di loro.
Coloro che pronunciano con compiacenza le parole: frode, contrabbando, estorsione, non calchino troppo sulla parola “ladro”. Io conosco delle parole più terribili, come tradimento, spionaggio, sadismo, codardia, tirannia…Il confronto potrebbe portare a conclusioni spiacevoli.
Bisogna impedire che nei Tribunali, dove persone soddisfatte della loro sorte, istruite e benestanti giudicano severamente un povero diavolo che la vita ha cacciato nel più buio e nel più cieco dei vicoli, Stana si sbellichi dalle risa. Al banco del giudice, al posto dell’indifferente e spesso insipiente “laurea”, al posto del rigido e altezzoso rappresentate della legge, segga un agente della civiltà, un portavoce dello spirito. Satana, rannuvolato, se ne tonerà all’inferno, voi tutti sarete meno disprezzati e meno considerati “merli”, e sulla barricata della Civiltà dove per essere liberi hanno lottato accanto a voi il ladro e la prostituta, vi ritroverete ancora come fratelli. Dopo la vittoria su quest’ultima posizione, non vi saranno più delinquenti professionali!
Prefazione di Sergius Piasecki da “Nessuno ci salva”