Philip K. Dick e la costituzione

L’Esegesi di Philip K. Dick è l’opera di un autore che dedicò tutta la sua esistenza a mettere in discussione la natura stessa della realtà e la sua percezione, la malleabilità dello spazio e del tempo, il rapporto tra l’umano e il divino. Correva l’anno 1974, e Dick aveva già pubblicato romanzi come La svastica sul sole, Ubik e Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, quando inizia a vivere intense e laceranti esperienze trascendentali, raccolte in più di ottomila pagine di appunti, dattiloscritte e manoscritte per tentare di documentare il suo tentativo di comprendere quello che lui chiama “2-3-74”.

A pagine 60 di questa sua opera troviamo scritto quanto segue:

“Le garanzie costituzionali del nostro Paese sono state sospese da un po’ di tempo, ormai, ed è iniziato un attacco alla struttura dei controlli  e degli equilibri del governo. La repubblica è in pericolo; la repubblica è in pericolo, lo è da diversi anni e adesso si è ridotta quasi a un’ombra di sé stessa, che funziona a malapena. Credo che se la stiano spartendo nella mente,  decidendo in questo momento chi siede dove, per sempre. Di fronte a questo nessuno si accorge che virtualmente ogni cosa in cui credevamo è morta.”

 

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