Il sole, padrone del lungomare, scolpiva a dure pennellate coi suoi raggi dorati il classico e famoso “panorama da cartolina” che ogni giorno veniva spedito, tramite le poste Reali a migliaia di copie, dalla Capitale verso ogni remoto angolo del Regno delle Tre Isole, richiamando così di ritorno milioni di turisti, che vi arrivavano come piccole e frenetiche onde di vita provinciale destinate a infrangersi al cospetto delle meraviglie naturali e architettoniche della Capitale.
Mille riflessi di luce ondulata, tutti diversi nel loro unico attimo di presenza, segnali di paradiso che splendevano al cospetto del sovrano sole su quella sottile lastra azzurra composta dall’unione del cielo e del mare senza che nessuna debolezza proveniente dell’ orizzonte potesse anche solo pensare di interrompere la maestosità di quel dominio.
Di fronte a questo immenso arazzo naturale, magistralmente intrecciato dai preziosi raggi del disco solare, si restava tutti a bocca aperta come ben sapeva il cocchiere reale numero di matricola 324, Antonio Esposito, ultimo discendente in ordine cronologico di una rispettabilissima famiglia sempre distintasi in questo mestiere da generazioni.
Esposito aveva ricevuto l’incarico di andare a prendere alla stazione centrale Philip Hackert,il neo panoramista ufficialmente appena nominato in carica che andava a prendere il posto del buon Cerulli, appena ritiratosi a studio privato dell’arte del panorama. Ad accompagnare Hackert in questa sua nuova avventura ricca di promesse c’erano la moglie e il figlio, giustappunto i tre elementi concessi alla famiglia anglosassone dal decreto di Benevento, decreto che legiferava quanto segue:
“Ai nuovi cittadini nati nella terza Isola del Regno sarà permesso comporre e formare nuclei familiari di non più tre elementi. La registrazione della famiglia sarà sottoposta al censimento ufficiale del Regno e sarà sì vincolante il legame del sangue ma senza distinzione di razza, di educazione, di ceto, di religione o di sesso alcuno”.