Non esiste, non esiste e mai è esistita, continuo a ripetermi nella mente.
Non è lei.
Lei recitava una parte e, nel mio piccolo ho già affrontato più volte il mestiere dell’attore, ma proprio per questo so che è contaminante e cosi una piccola parte, un brandello d’anima di quello che ho visto, esiste…deve esistere da qualche parte.
Continuo a ripetermelo da giorni.
Bugia.
Ecco, vedi.
Finisco con il mentire anche a me stesso.
Giorni che sono anni.
Gli anni 90.
Dagli anni 90.
Che anni, quelli.
C’è chi ama gli ottanta, i settanta, i sessanta, i 90 fanno un po’ schifo a tutti, ma gli anni 90 sono stati i miei anni. Non posso dire felici. La felicità è una parola che tende troppo sperso ad allontanarsi da me, i novanta furono i miei anni sereni.
A memoria, l’ultimo scudetto del Napoli, i Nirvana, l’Europa senza cortine di ferro, processo iniziato prima ma culminato sicuramente nei 90, la guerra in Iraq , le superiori.
Il tempo del mangiare, fare i compiti e poi davanti alla tv.
Essere sereni con un non nulla.
Ancora prima dei libri, della letteratura, la televisione delle serie americane.
Quelle dei dialoghi.
Non mi sono piaciute le trame contorte, i mascelloni e le tettone a cui restano attaccate attrici mozzafiato, a me piacevano le parole, o per meglio dire l’uso delle parole.
E c’era questa serie qui, una stagione soltanto che per gli americani sono 22 episodi, per noi nemmeno un mese perché ci danno in pasto tutto assieme come ai maiali si da il pastone.
E c’era lei in questa serie tv.
Avrebbe fatto altre cose ma lei era questa serie tv.
Doveva decidere se giocare a tennis o vivere la sua vita.
La scelta veniva complicata di volta in volta, con il tennis che regalava trofei e gli amici problemi, ma questa è la vita.
Ora lei è lì.
O parte di lei è li.
L’ho ritrovata dopo anni.
Su facebook, come tutto il mondo occidentale, munito di collegamenti idem, modem, smartphone.
Non è lei.
E’ l’attrice che era lei.
Era lei che era l’attrice.
Un gioco delle parti sconnesso.
Una realtà sconnessa, affogata dalle immagini.
Ora è sposata.
E’ madre.
Fa film.
Non si possono paragonare i percorsi.
Tutto, anche recitare, ha un prezzo nella vita.
Guardare recitare equivale a scrivere.
Non esiste, non esiste e mai è esistita, continuo a ripetermi nella mente.
Non è lei.
Lei recitava una parte e, nel mio piccolo ho già affrontato più volte il mestiere dell’attore, ma proprio per questo so che è contaminante e cosi una piccola parte, un brandello d’anima di quello che ho visto, esiste…deve esistere da qualche parte.
Così clicco e le chiedo quell’amicizia che non mi darà mai, perché nessuno può davvero ridarmi qualcosa come quegli anni, che in fondo, se sono qui, oggi, a scriverne, non ho davvero mai perso e continuano, con molta meno serenità, a far parte di me.