A Chip Shop in Poznan, libro sulla Polonia di Ben Aitken (solo in inglese, per ora)

Una volta, mentre ero in Polonia, per documentarmi su del materiale riguardante uno dei miei libri, in una di quelle frivole conversazioni che si intavolano online, più per noia che per altro, uno scrittore italiano mi disse che quello che stavo facendo era molto ottocentesco.
Sì, esatto, ottocentesco, perché a suo dire ormai online si trova di tutto, le informazioni sono a portata di click e purtroppo, per molti di loro, anche le emozioni si accendono e si spengono premendo sul mouse.

Fortunatamente non è stato di questa opinione l’inglese Ben Aitken, scrittore che ha deciso di scoprire perché nel Regno Unito si sono trasferiti così tanti polacchi e, da bravo spirito libero ottocentesco, ha voluto capire, comprendere e provare sulla propria pelle i motivi di questa scelta effettuata per lo più da giovani che lasciano città come Nowy Targ o Torun per andare a cercare fortuna a Londra.

Non sono molti gli Inglesi, ma non sono, che decidono di andare a lavorare in Polonia per un anno in un negozio di Fish and Chip. Nel 2016 Aitken lo ha fatto e si è trasferito in un posto che non aveva mai sentito nominare prima, Poznan e ha vissuto da immigrato, evitiamo l’uso della parola expact perché è una semplice e ipocrita mistificazione radical chic che serve solo a fare una netta distinzione sul potere economico d’acquisto del migrante che resta tale solo se povero.

Aitken ha così deciso di spendere un anno della sua vita a spelare patate e a scoprire la Polonia, collezionando aneddoti, più o meno divertenti, mischiandosi tra la gente, quella vera, che spesso e volentieri non ha tempo di stare a esprimere opinioni su una tastiera.

Il lettore può così scoprire la realtà di un paese complicato, post comunista, dove il capitalismo rampante e i suoi mali colleganti, sono emersi troppo in fretta, dove le tradizioni sono rispettate e dove, se ti presenti a casa di uno sconosciuto per la cena di Natale, un posto a tavola esce sempre.

Aitken, in occasione del lancio del libro ai media inglesi ha dichiarato: “Il contatto tra le persone è molto importante e non dobbiamo permettere che le nostre opinioni siano modellate da ciò che vediamo nelle notizie, che può essere riduttivo e polarizzante”.

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